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Piazza Vittorio Veneto e Ipogei

Piazza Vittorio Veneto, precedentemente chiamata Piazza Del Plebiscito, era conosciuta anche come “piazza della Fontana” per la presenza in passato della grande “Fontana Ferdinandea”  monumentale, realizzata nel 1832 per raccogliere le acque provenienti dalla soprastante collina del castello “De Montigny” , attualmente spostata poche centinaia di metri più in basso lungo la strada, presso la villa comunale.
L’attuale aspetto della piazza è dovuto ai lavori di restauro  del 1993, quando si spostò il monumento ai caduti ( Benedetto d’Amore 1926 ) e si eliminò la strada che attraversava la piazza,  per riportare alla luce il “fondaco di mezzo” , vecchio piano della città, in parte visitabile, a cui si accende scendendo dalla scalinata di ferro  vicino la grande fontana in pietra chiara da cui sgorgano alti zampilli d’acqua.

I locali ipogei che lo compongono si estendono sotto tutta la piazza per più di 5000 mq.  fino ad arrivare sotto il Convento dell’Annunziata,  che addirittura ha come basamento nelle fondamenta un torrione appartenente probabilmente alla cinta difensiva del Castello Tramontano , e comprendono neviere, cisterne, negozi, magazzini e  abitazioni. In questa antica città sotterranea è presente una struttura notevole: Il “palombaro”, enorme cisterna alta più di 15 metri e che poteva contenere 5000 mq di acqua, attualmente usata saltuariamente come spazio espositivo e per il momento non visitabile, che sopperiva alle necessità di approvvigionamento idrico della parte della città sviluppatasi sul “piano”; ricordiamo infatti che a Matera non c’è acqua sorgiva ma ogni singola goccia di pioggia veniva captata e raccolta nell’articolato sistema di cisterne  e canalette che traforano i Sassi. Naturalmente in questo insediamento abitativo è presente anche una chiesa: la Chiesa dello Spirito Santo, antico luogo di culto risalente al IX sec. , di cui sono visitabili i resti: tre navate con tracce di affreschi molto deteriorati che, tuttavia, conservano l’antica eleganza, evidente nei delicati fregi architettonici sui pilastri che le dividono. Conserva anche degli affreschi purtroppo poco leggibile a causa del cattivo stato di conservazione, ma che probabilmente erano di pregevole fattura, come si può intravedere nella Santa Sofia, a destra. All’ingresso, a destra, è possibile vedere tracce del forno e della focaia ricavate in una rientranza in quanto questa chiesa, come molte altre Chiese Rupestri, venne utilizzata come abitazione durante il periodo di sovraffollamento degli antichi rioni Sassi (fino agli anni ’50).
Attraversando la chiesa ipogea del Santo Spirito è possibile accedere direttamente al  Sasso Barisano utilizzando lo stretto passaggio a scalette che conduce in via Fiorentini.

Punto panoramico

Sopra i locali ipogei durante i lavori del 1993 è stato aperto un varco nella cortina di palazzi settecenteschi che “nascondevano” i Sassi alla vista, in quanto anticamente reputati una vergogna per la città, creando un meraviglioso punto panoramico posto perfettamente in asse con la facciata della Cattedrale, che ci mostra il Sasso Barisano che si snoda sotto di noi con il suo dedalo di vicinati, scalinate e viuzze.
Ai nostri piedi, raggiungibile attraverso il passaggio attraverso la Chiesa ipogea del Santo Spirito, si stende Via Fiorentini.